E’ proprio vero che gli artisti sono sempre una voce fuori dal coro. Il loro punto di vista non si conforma né si adagia sulla convenzione. Un punto rosso nella grigia visione compositiva convenzionalmente accettata. Apre sempre la strada a nuove domande o scorge affascinanti visioni della realtà e introduce a un nuovo utilizzo degli strumenti che ormai fanno parte della nostra quotidianità. Il loro sguardo va oltre il veduto, per far emergere ciò che è latente in un’immagine apparentemente quieta e “esauritasi” nel momento della visione stessa. La loro è una visione privilegiata da una sensibilità che la distingue dalle altre nella percezione del quotidiano; il loro essere artisti si conclude, ma non si esaurisce, nella restituzione poi di questa visione attraverso nuovi media tecnologici ripensati come strumenti di lettura della realtà in chiave artistica.
E’ il caso delle opere di sei artisti: Jenny Odell, Max Serradifalco, David Thomas Smith, Federico Winer, Stephen Lund e Carloalberto Treccani, presentate in anteprima internazionale dal curatore Maurizio Marco Tozzi in SpacEARTH alla LABottega di Marina di Pietrasanta, uno spazio espositivo che promuove la fotografia in tutte le sue declinazioni contemporanee. Quasi una ventina di fotografie risultato di una reinterpretazione artistica delle immagini fotografiche satellitari contenute negli archivi digitali di Google Earth.
Ognuno di loro scopre e mette in risalto peculiari conformazioni terrestri, non che la loro bellezza, che solo con il mezzo satellitare è possibile osservare. Dalle immagini speculari dell’irlandese Smith ai collage dell’artista digitale Odell, che taglia e riorganizza immagini satellitari di Google Maps evidenziando le specificità del nostro ambiente artificiale; dagli alfabeti di Treccani, che esplora l’organizzazione del sistema del linguaggio in relazione alle tecnologie contemporanee; passando poi dalle alterazioni cromatiche dell’argentino Winer, con la serie fotografica ULTRADISTANCIA con cui esplora i confini, a volte superandoli, tra fotografia di paesaggio, geografia, urbanistica e arte digitale; alle figure realizzate attraverso i bike itinerary del canadese Lund per finire alle apofenie del paesaggio che caratterizzano le opere di Serradifalco, il primo fotografo paesaggista a realizzare reportage con l’uso di mappe satellitari su web. Affascinanti immagini che fanno vivere la sensazione di “telepresenza, quella che Lev Manovich definisce “il mezzo non per creare un nuovo oggetto, ma per accedervi, per allacciare relazioni, per osservare ciò che avviene in un luogo remoto”.”
La mostra è inserita nella prestigiosa rassegna Seravezza Fotografia 2017, e sarà visibile fino al 14 maggio.
LABottega, Viale Apua 188, Marina di Pietrasanta (Lucca) | http://www.labottega.com