Giulio Vesprini “Cosmometrie”

Sin dai primi anni del duemila la ricerca di Giulio Vesprini volge il suo sguardo allo studio di forme geometriche e del colore mostrando un maggiore interesse verso la natura in rapporto con l’ambiente in cui si innesta e vive, fino ad arrivare a quelle che oggi possiamo definire geometriche visioni terrestri, assunte e composte nell’assoluta perfezione del cerchio. Mappe metriche per orientarsi nelle stratificazioni geologiche di materie organiche terrestri, che hanno origine sulla carta, attraverso l’impiego trasversale di alcune tecniche di stampa tradizionali che nella mani dell’artista subiscono una sperimentazione originale per realizzare monotipi unici.

Ogni volta che Giulio Vesprini concepisce un’opera, non è mai seriale, anche se realizzata con l’impiego di mezzi calcografici o xilografici; non è mai conclusa, perché in ognuna si produce in nuce una continuazione della successiva. Inchiostro calcografico, matita e penna sono gli strumenti principali con cui imprimere su diversi supporti cartacei questi affascinanti risultati di una osservazione ravvicinata, come scrutata a microscopio, delle materie che compongono il nostro microcosmo; materie prime “invisibili” ma indispensabili, che l’uomo come un automa usa, calpesta e sfrutta, senza che il suo occhio si ponga domande sulla reale importanza che hanno nell’ecosistema terrestre.

La matita che restituisce la porosità dei grani del terreno e quell’irregolarità impercettibile delle fibre naturali; il grezzo tratto per le scanalature lasciate dai canali linfatici nel fusto di una pianta; le chine per riproporre l’andamento seriale delle venature del legno; materie naturali prime con cui l’uomo elabora derivati composti che Vesprini con altrettanta cura restituisce. Ne scaturiscono combinazioni texturali ben delimitate in sezioni geometriche. Affascinanti tasselli di un intarsio circolare dalla rigida volontà di contenere qualcosa che per natura è incontenibile, su cui l’artista interviene successivamente con azioni acriliche più libere o sovrapposizioni di sezioni texturali che, come schegge impazzite, danno uno schiaffo a quel rigore compositivo riportando un equilibrio tra due parti in gioco. Quell’equilibrio tra uomo e natura, tra casualità del gesto umano e rigorosità delle strutture naturali, tra l’imprevedibilità della natura contro ciò che l’uomo ha costruito con metodo. Un equilibrio che nella poetica dell’artista è come ristabilito e tocca il suo massimo livello espressivo nella nuova ed inedita serie di carte presentate in “Cosmometrie”, dove si manifesta pienamente la volontà di riportare l’attenzione su ciò che noi, piccoli cittadini impegnati nella routine quotidiana dei nostri piccoli affari, diamo per scontato ma che vive insieme e intorno a noi.

Uomo e natura, due esseri così geneticamente complessi da secoli in lotta per la reciproca predominanza o sopravvivenza senza mai un’amnistia, che l’autore cerca invece di istituire al di fuori dei confini della carta, su cui prende forma l’opera amplificandone le dimensioni quando portata sui muri urbani e donandole infine nuova vita nello spazio reale quando tradotta in installazioni polimateriche site-specific.  

Parentesi Aperte: Giulio Vesprini “Cosmometrie” a cura di Alessandra Ioalé

RASSEGNA STAMPA

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