Gio Pistone “Endless”

Gli atomi con le loro orbite percorse da elettroni, neutroni, protoni sono ciò di cui è composta la maggior parte di quello che vediamo e non vediamo… se ci pensiamo lo stesso disegno semplificato dell’atomo somiglia a quello del nostro sistema solare. È all’interno di questo sistema che noi come uomini, animali, piante, composti da micro elementi comuni, noi come materia viviamo, respiriamo, abitiamo, moriamo in un ciclo senza fine.

Gio Pistone

L’esistenza, dal più grande al più piccolo elemento, come in un sistema infinito di scatole cinesi ruota intorno a questo concetto, che fruga in Gio Pistone, poliedrica urban artist attiva nel panorama underground romano sin dai primi anni ’90, visioni sconcertanti. È come se tutto si appartenesse al tutto in un grande disegno di particelle che nascono e muoiono, si addizionano e scompongono in un eterno gioco di spontanee simpatie e antipatie.

Una complessa riflessione che porta l’artista a guardare ogni emozione, sensazione e istinto come il risultato di combinazioni di milioni di particelle; micro nuclei che attraversano, sprigionando energia, i nostri corpi, essi stessi dei micro mondi cellulari che abitano il pianeta, a sua volta racchiuso in un nucleo più grande, quello solare. Un sistema in cui il concetto di individualità si perde e si trasforma in relazione alle altre individualità esistenti, e che l’artista esprime nella nuova serie di opere Endless, attraverso un lavoro multidisciplinare, che attraversa contemporaneamente disegno, pittura e scultura, dando vita a una surreale e psichedelica quanto reale e concreta visione delle infinite combinazioni istintive che muovono ogni essere vivente sulla Terra.

Combinazioni tradotte in creature mostruose frutto della fervida fantasia dell’artista, che fin da bambina disegnava continuamente per esorcizzare le sue paure. Esseri, come li chiama lei,  mostruosi in quanto speciali dalle capacità uniche, che al nostro sguardo appaiono come dei caleidoscopici mostriciattoli benevoli, che ci guardano un po’ sorpresi. Soffermandoci invece noteremo molto di più di questo. Come in un museo di storia naturale, questi esseri si lasciano osservare dall’occhio incuriosito dello spettatore invitandolo a guardare al loro interno, ben articolato in altrettante forme umanoidi e zoomorfe in sé concluse, che nella loro concatenazione formano un tutto che a sua volta le contiene. Due occhi per due facce, una bocca per due esseri, un solo ed unico mostruoso corpo, dotato di tutti gli arti, nel quale sembrano generarsi molti altri all’infinito. Il contenuto e il suo contenitore si compenetrano, l’uno è parte dell’altro in una spontanea e infinita composizione di forme e colori, senza alcuna subordinazione a regole di simmetria.

Un mise en abyme, non soltanto estetico ma anche concettuale, dei sistemi o microcosmi dove ogni creatura nasce nella precedente ed è racchiusa nella successiva il cui “seme” però è diverso dalla “madre” che lo contiene.

Parentesi Aperte: Gio Pistone Endless a cura di Alessandra Ioalé

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