Il writing è una forma di espressione che ha assunto i tratti di una vera e propria disciplina, con alla base lo studio del lettering ed il getting up. Un game, come lo chiamano i suoi protagonisti, con alcune caratteristiche fondamentali: spontaneo, selvaggio, concreto ed effimero allo stesso tempo, motivo per il quale la fotografia assume un ruolo fondamentale: documento per i writer, che guardano a questo materiale per innescare una sorta di confronto con sé stessi, con il proprio stile, vederne e capirne lo sviluppo e migliorarsi continuamente, ma anche per lo studioso, estraneo all’ambiente ma interessato a conoscere storia ed essenza della disciplina.
Nato come fenomeno di territorializzazione locale, quando, nei primi anni ’70, a New York e Philadelphia singoli individui lasciano la loro firma sui vagoni della metropolitana e sulle pareti degli edifici. Una firma che nel tempo viene elaborata nello stile, ingrandita e vergata infinite volte sulle fiancate dei mezzi pubblici.
Immediatamente il fenomeno, virale, cattura l’attenzione dei media e diventa protagonista di articoli e reportage, dando vita in seguito a riviste autoprodotte dai writer stessi.
Questo network di magazine, che ha contribuito in modo determinante alla diffusione del writing nel mondo, col passare degli anni si è espanso esponenzialmente grazie all’avvento della tecnologia digitale ed alla possibilità di acquisire immagini in modo indefinito ed economico che questa garantisce.
Contemporaneamente diviene relativamente semplice la stampa su supporti cartacei e ciò dà un grande impulso alla editoria di settore, grazie a singoli appassionati ed alle loro autoproduzioni, ma anche a case editrici che hanno investito in pubblicazioni di vario tipo. Monografie, saggi o volumi di fine art, realizzando un grande lavoro di selezione ed organizzazione del materiale che permette la diffusione e la comprensione del fenomeno. Non semplici raccolte, ma strumenti in cui foto e parola scritta si completano, dando luogo a racconti più profondi e coinvolgenti che restituiscono in modo fedele il contesto culturale e lo spirito in cui il fenomeno nasce e si sviluppa.
Questo materiale rappresenta il prolungamento del lavoro dei writer, del loro pensiero, delle loro mani, dei loro strumenti. Lo scatto fotografico è perciò importante tanto quanto il dipingere nello spazio pubblico, ne è una prosecuzione che perpetua e rende immortale l’atto stesso.
La Mostra
In “GraffAnthology” sono posti in relazione diversi scatti – amatoriali e d’autore – alcuni pubblicati, altri assolutamente inediti. Materiale selezionato da Graffiti a New York di Andrea Nelli, uno dei primi libri mai pubblicati sul writing, affiancherà ad esempio scatti inediti di Blade, firmati da Franco Cautillo per il progetto Kings of Green che nel 2015 ha visto coinvolta anche la galleria Varsi, immagini estratte dalle monografie e da “Glorious”, tra cui l’opera di Jonathan Levin sulle Stratificazioni della Metro di Roma, un percorso che vede Whole Train Press, anno dopo anno, aggiungere pubblicazioni prestigiose al suo catalogo.
Saranno inoltre presenti scatti analogici realizzati da Duke1 e tratti dal volume autoprodotto Panico Totale. Pisa Convention 1996-2000 di Alessandra Ioalé, che con un ricco apparato fotografico ripercorre la storia delle cinque edizioni di una delle più importanti jam di graffiti italiane degli anni ‘90.
Attraverso questa selezione, che copre un arco temporale dagli anni ’70 ad oggi, abbiamo la possibilità di conoscere l’evoluzione degli stili tanto sui treni, quanto nelle hall of fame. Un dialogo di confronto da cui emergono la grande capacità della fotografia di esprimere l’anima del writing e la capacità della carta stampata di racchiudere tutto questo, portandolo all’attenzione dell’opinione pubblica del panorama dell’arte contemporanea facendo uscire la disciplina dalla strada.
Il bookshop
A testimonianza del valore fondamentale che la documentazione ha per il writing, Varsi ospiterà per la durata della mostra, un ricco bookshop ed una piccola sezione di memorabilia a tema, una ottima occasione per trovare anche edizioni ormai esaurite o copie firmate, e ricevere le nuove pubblicazioni freepress della WTP.
A cura di Alessandra Ioalé e Whole Train Press
Rassegna Stampa
- QUARANT’ANNI E NON LI DIMOSTRA. TUTTI I RETROSCENA DEL WRITING, ALLA GALLERIA VARSI DI ROMA articolo di Mariangela Capozzi per Exibart
- GraffAnthology, 40 anni di writing nell’editoria italiana articolo su ANSA
- Graffanthology. La storia del writing italiano da Varsi articolo su Parallel Vision