ROUTINE TROPICALE, l’opera murales realizzata da Giorgio Bartocci, a cura di Alessandra Ioalè, sui muri esterni della Buzz-Kill Gallery di Livorno, fa parte del più ampio progetto espositivo ROUTINE FABRIQUE, la personale a cura di Francesco Perrotti, che la galleria ha dedicato all’artista dal 17 marzo al 20 aprile 2017.
Il gesto tra automatismo astratto e istinto primitivo
Da oltre quarant’anni i muri e le superfici urbane di molte città, proprio per il loro collocarsi a diretto contatto col pubblico, sono il supporto di espressione di un messaggio impegnato e coinvolto socialmente e politicamente o, in modo del tutto autoreferenziale, dell’autoaffermazione della propria presenza sul territorio. Vi è sempre stato anche un altro tipo di esperienza delle superfici urbane, più appartata, lontana dalle comunità cittadine, che risponde a un’esigenza più intima ed artistica. Quella di un sé creativo dirompente, difficilmente trattenibile, impossibile da contenere soltanto entro i confini di una superficie limitante, come la tela o la carta, che vuole ricongiungersi a elementi suoi congeniti e per questo più ispiranti. A quest’ultima esperienza è da ricondurre l’operato della volontà artistica di Giorgio Bartocci.
Quando scrissi per la prima volta dell’opera del giovane artista, marchigiano e milanese di adozione, i soggetti protagonisti della sua pittura su tela, su carta e murale li definii “anime meticce”. A distanza di anni vedo queste anime sfaldarsi per dare sfogo a un impeto, un bisogno istintivo, un’urgenza creativa interiore all’artista, che oggi elabora compulsivamente e ripete automaticamente forme astratte ed elementi iconografici primitivi come in un flusso di (in)coscienza continuo, interdipendente a quella routine del quotidiano cercare superfici murarie da dipingere. Non per raccontare, ma per compiere la volontà di creazione in lui presente e scalpitante. Ora quei volti mimetici delle sue “anime”, fanno solo capolino e lasciano che a parlare sia la loro composizione, esteticamente attraente nella sua dinamica trama; il loro meticcio spirito aleggia sull’intera superficie urbana. Ha il sopravvento. Ingloba e come un manto protegge avvolgendo il duro cemento. Un coro di forme compiute nel segno del gesto istintivo ed automatico, che investe le superfici corrotte di luoghi abbandonati, fuori dalla portata del pubblico dominio, di un nuovo significato. Quello dell’Io artistico, che necessita dell’esercizio costante, ispirato dalla concreta costruzione dei muri muti di questi luoghi, per lui ameni e carichi di stimoli, e dell’(inter)agire sintomatico in solitario confronto con essi, insinuandosi nei loro anfratti e facendoli nuovamente cantare sulle selezionate tonalità cromatiche in accordo con le atmosfere del paesaggio che lo circonda.
Testo critico di Alessandra Ioalé
Francesco Perrotti, curatore della galleria, spiega che la personale ROUTINE FABRIQUE prende il nome da un’opera in mostra che Giorgio Bartocci ha concepito e realizzato negli ultimi mesi a Roma. Di notevoli dimensioni, l’opera è il frutto della collaborazione fra l’artista e lo stampatore Arturo Amitrano (56 fili). ‘Routine Fabrique’ è un assemblaggio d’immagini – 24 stampe progressive di diverso formato che utilizzano ben 8 livelli di colore serigrafico – su cui Bartocci interviene in ultima istanza utilizzando media pittorici e carte recuperate nel tempo. Un lavoro che prevede l’integrazione di tecniche postmoderne, linguaggio pittorico e design industriale; un manufatto unico seriale e modulare, composto da diversi telai concepiti come una sola opera d’arte. ROUTINE FABRIQUE celebra l’importanza della ripetizione nella produzione artistica, implicitamente criticando l’abitudine passiva che porta alla produzione di immagini standardizzate. ROUTINE FABRIQUE celebra l’importanza della ripetizione nella produzione artistica, implicitamente criticando l’abitudine passiva che porta alla produzione di immagini standardizzate. Tra Bauhaus e Urban Art, tra ripetizione e istinto, la mostra rappresenta un’indagine dell’artista sulla possibile integrazione fra flusso creativo e macchina. Tra installazioni sonore e sculture urbane, le numerose opere esposte nello spazio sviluppano un vero e proprio percorso/installazione. Un viaggio per gli spettatori tra gli spazi outdoor and indoor, una riflessione visiva organica, ricca di simboli dinamici e icone primitive che l’autore conclude con un dipinto murale visibile nel rooftop della galleria. Lo spazio di BUZZ KILL muta e diventa una vera e propria fabbrica creativa.”
GORGO – Giorgio Bartocci New mural in Livorno
GORGO – Giorgio Bartocci “ROUTINE FABRIQUE” at Buzz-Kill Gallery in Livorno (Recap)
Crediti fotografici: Martino Chiti e Aimone Bonucci