Alessandra Ioalé | Independent Art Curator

Reverse Chiara Bettazzi A cura di Angel Moya Garc

Reverse
Chiara Bettazzi

A cura di Angel Moya Garcia
Fino al 17 dicembre 2023
@dello_scompiglio

📝 #linkinbio all'articolo con le foto di Leonardo Morfini

Reverse Chiara Bettazzi A cura di @angel_moya_gar

Reverse
Chiara Bettazzi

A cura di @angel_moya_garcia
Fino al 17 dicembre 2023
@dello_scompiglio

La ricerca di @chiarabettazziart, è una delle poche che mi ha sempre affascinata e conquistata. Anche lei dimostra come l'arte oggi è una ricerca di creazione di nuovo senso rispetto a ciò che è dato a priori. In cui ogni gesto è dettato dall'impulso di creare nuove interpretazioni del reale così come nuove suggestioni e possibilità instaurando legami con gli oggetti e con gli spazi, con e in cui opera.

All'accumulo, la riconfigurazione e la riconnessione di oggetti d'uso quotidiano, personali o trovati e recuperati, prendendo vita in installazioni scultoree, nel tempo si è fatta strada e si è legata anche l'archiviazione e la collezione di questi oggetti e queste ricostruzioni attraverso la fotografia, che diviene essa stessa opera complementare alla prima pratica.

Nelle sue opere l'oggetto quotidiano scompare nel suo valore d'uso comune per diventare parte fondante di un linguaggio tridimensionale nuovo da vivere in modo diverso e contemporaneamente da contemplare che si sviluppa in funzione dello spazio in cui si inscrive.

Reverse propone questa dualità di esperienza che l'opera di Bettazzi invita a fare nello spazio espositivo Dello Scompiglio, concentrando l'attenzione e la riflessione a partire da un genere pittorico carico di tradizione, ma che si dimostra sempre aperto alle riletture contemporanee: la natura morta, che attraverso un'illusione percettiva costruita nello spazio, è vista e indagata da due punti di vista diversi, ma complementari, ovvero come il davanti e il retro della tela del pittore.

E se da un lato si rivela la relazione tra spazio e oggetto e come quest'ultimo abbia sempre una rilevanza sul primo, attraverso l'uso classico di elementi come lo specchio, dall'altro si rivela la relazione tra natura morta e spettatore tutta giocata sulle modalità di visione di fronte, retro e illusione. Relazioni che mi riportano alla mente alle prime esperienze storiche in pittura di Van Eych e Velasquez, ma nel genere del ritratto

📝 #linkinbio all'articolo con le foto di Leonardo Morfini!

Reverse Chiara Bettazzi A cura di @angel_moya_gar

Reverse
Chiara Bettazzi

A cura di @angel_moya_garcia
Fino al 17 dicembre 2023
@dello_scompiglio

La ricerca di @chiarabettazziart, è una delle poche che mi ha sempre affascinata e conquistata. Anche lei dimostra come l'arte oggi è una ricerca di creazione di nuovo senso rispetto a ciò che è dato a priori. In cui ogni gesto è dettato dall'impulso di creare nuove interpretazioni del reale così come nuove suggestioni e possibilità instaurando legami con gli oggetti e con gli spazi, con e in cui opera.

All'accumulo, la riconfigurazione e la riconnessione di oggetti d'uso quotidiano, personali o trovati e recuperati, prendendo vita in installazioni scultoree, nel tempo si è fatta strada e si è legata anche l'archiviazione e la collezione di questi oggetti e queste ricostruzioni attraverso la fotografia, che diviene essa stessa opera complementare alla prima pratica.

Nelle sue opere l'oggetto quotidiano scompare nel suo valore d'uso comune per diventare parte fondante di un linguaggio tridimensionale nuovo da vivere in modo diverso e contemporaneamente da contemplare che si sviluppa in funzione dello spazio in cui si inscrive.

Reverse propone questa dualità di esperienza che l'opera di Bettazzi invita a fare nello spazio espositivo Dello Scompiglio, concentrando l'attenzione e la riflessione a partire da un genere pittorico carico di tradizione, ma che si dimostra sempre aperto alle riletture contemporanee: la natura morta, che attraverso un'illusione percettiva costruita nello spazio, è vista e indagata da due punti di vista diversi, ma complementari, ovvero come il davanti e il retro della tela del pittore.

E se da un lato si rivela la relazione tra spazio e oggetto e come quest'ultimo abbia sempre una rilevanza sul primo, attraverso l'uso classico di elementi come lo specchio, dall'altro si rivela la relazione tra natura morta e spettatore tutta giocata sulle modalità di visione di fronte, retro e illusione. Relazioni che mi riportano alla mente alle prime esperienze storiche in pittura di Van Eych e Velasquez, ma nel genere del ritratto

📝 #linkinbio all'articolo con le foto!

Reverse Chiara Bettazzi A cura di @angel_moya_gar

Reverse
Chiara Bettazzi

A cura di @angel_moya_garcia
Fino al 17 dicembre 2023
@dello_scompiglio

La ricerca di @chiarabettazziart, è una delle poche che mi ha sempre affascinata e conquistata. Anche lei dimostra come l'arte oggi è una ricerca di creazione di nuovo senso rispetto a ciò che è dato a priori. In cui ogni gesto è dettato dall'impulso di creare nuove interpretazioni del reale così come nuove suggestioni e possibilità instaurando legami con gli oggetti e con gli spazi, con e in cui opera.

All'accumulo, la riconfigurazione e la riconnessione di oggetti d'uso quotidiano, personali o trovati e recuperati, prendendo vita in installazioni scultoree, nel tempo si è fatta strada e si è legata anche l'archiviazione e la collezione di questi oggetti e queste ricostruzioni attraverso la fotografia, che diviene essa stessa opera complementare alla prima pratica.

Nelle sue opere l'oggetto quotidiano scompare nel suo valore d'uso comune per diventare parte fondante di un linguaggio tridimensionale nuovo da vivere in modo diverso e contemporaneamente da contemplare che si sviluppa in funzione dello spazio in cui si inscrive.

Reverse propone questa dualità di esperienza che l'opera di Bettazzi invita a fare nello spazio espositivo Dello Scompiglio, concentrando l'attenzione e la riflessione a partire da un genere pittorico carico di tradizione, ma che si dimostra sempre aperto alle riletture contemporanee: la natura morta, che attraverso un'illusione percettiva costruita nello spazio, è vista e indagata da due punti di vista diversi, ma complementari, ovvero come il davanti e il retro della tela del pittore.

E se da un lato si rivela la relazione tra spazio e oggetto e come quest'ultimo abbia sempre una rilevanza sul primo, attraverso l'uso classico di elementi come lo specchio, dall'altro si rivela la relazione tra natura morta e spettatore tutta giocata sulle modalità di visione di fronte, retro e illusione. Relazioni che mi riportano alla mente alle prime esperienze storiche in pittura di Van Eych e Velasquez, ma nel genere del ritratto

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📸 Foto di Leonardo Morfini @liomorph courtesy Associazione Culturale Dello Scomp

Metriche urbane

Metriche urbane

Metriche urbane

Metriche urbane

Domeniche allinsù

Domeniche allinsù

Acquacotta Luisa Badino, Elena Della Corna, Célia

Acquacotta
Luisa Badino, Elena Della Corna, Célia Housset, Manuela Kokanović

A cura di Caterina Fondelli
C.F. Contemporary Fire
Fino all'11 settembre su appuntamento

Le riflessioni sul cibo, come nutrimento, come attivatore di relazioni e rituali sociali, dalla processualità del cucinare alla condivisione di ingredienti fino alla "riunione 'democratica' intorno ad una tavola", sono alla base della collettiva Acquacotta sviluppandole all'interno del peculiare contesto, quello di C.F. Contemporary Fire, il progetto di residenza realizzato in un'abitazione "vissuta da un nucleo familiare che si apre e accoglie l'arte contemporanea"

In questo spazio il fil rouge è la convivialità, che ha caratterizzato tutte le fasi di realizzazione della mostra, da quella delle opere e la loro installazione a quella di "ideazione e creazione del momento del buffet durante l'opening" al quale ho potuto partecipare e conoscere così diverse prospettive sulla questione del cibo man mano che andavamo scoprendo le diverse opere poste nei diversi ambienti della quotidianità della casa

"Sculture dalle forme morbide e arrotondate, dispositivi di gioco e interazione interpretano la millenaria trasmissione delle fiabe" che con il cibo hanno implicazioni su vari livelli. "La collezione di objet trouvé di epoche passate diventa spunto per la realizzazione di rinnovate versioni degli stessi. [...] il residuo" si fa "scintilla di modellazione scultorea" e "l'indagine materica [...] si concentra sull'andamento e le proprietà delle masse colorate e pastose."

Le artiste Badino, Della Corna, Housset e Kokanović attraverso le loro opere ci raccontano "storie personali e collettive" riscoprendo e rielaborando le tradizioni passate di ricette, oggetti, utensili, giochi per metterle in relazione con il presente del contesto e la possibilità di immaginarne sempre un futuro nuovo; sottolineando il "potenziale evocativo, magico e riflessivo" di alcuni elementi d'uso quotidiano per porre in evidenza come l'arte conservi in sè "un'attitudine alla sperimentazione, al ludico tentativo di gestazione dell'originalità" proprie dell'arte culinaria

Acquacotta Luisa Badino, Elena Della Corna, Célia

Acquacotta
Luisa Badino, Elena Della Corna, Célia Housset, Manuela Kokanović

A cura di Caterina Fondelli
C.F. Contemporary Fire
Fino all'11 settembre su appuntamento

Le riflessioni sul cibo, come nutrimento, come attivatore di relazioni e rituali sociali, dalla processualità del cucinare alla condivisione di ingredienti fino alla "riunione 'democratica' intorno ad una tavola", sono alla base della collettiva Acquacotta sviluppandole all'interno del peculiare contesto, quello di C.F. Contemporary Fire, il progetto di residenza realizzato in un'abitazione "vissuta da un nucleo familiare che si apre e accoglie l'arte contemporanea"

In questo spazio il fil rouge è la convivialità, che ha caratterizzato tutte le fasi di realizzazione della mostra, da quella delle opere e la loro installazione a quella di "ideazione e creazione del momento del buffet durante l'opening" al quale ho potuto partecipare e conoscere così diverse prospettive sulla questione del cibo man mano che andavamo scoprendo le diverse opere poste nei diversi ambienti della quotidianità della casa

"Sculture dalle forme morbide e arrotondate, dispositivi di gioco e interazione interpretano la millenaria trasmissione delle fiabe" che con il cibo hanno implicazioni su vari livelli. "La collezione di objet trouvé di epoche passate diventa spunto per la realizzazione di rinnovate versioni degli stessi. [...] il residuo" si fa "scintilla di modellazione scultorea" e "l'indagine materica [...] si concentra sull'andamento e le proprietà delle masse colorate e pastose."

Le artiste Badino, Della Corna, Housset e Kokanović attraverso le loro opere ci raccontano "storie personali e collettive" riscoprendo e rielaborando le tradizioni passate di ricette, oggetti, utensili, giochi per metterle in relazione con il presente del contesto e la possibilità di immaginarne sempre un futuro nuovo; sottolineando il "potenziale evocativo, magico e riflessivo" di alcuni elementi d'uso quotidiano per porre in evidenza come l'arte conservi in sè "un'attitudine alla sperimentazione, al ludico tentativo di gestazione dell'originalità" proprie dell'arte culinaria.

Acquacotta Luisa Badino, Elena Della Corna, Célia

Acquacotta
Luisa Badino, Elena Della Corna, Célia Housset, Manuela Kokanović

A cura di Caterina Fondelli
C.F. Contemporary Fire
Fino all'11 settembre su appuntamento

Le riflessioni sul cibo, come nutrimento, come attivatore di relazioni e rituali sociali, dalla processualità del cucinare alla condivisione di ingredienti fino alla "riunione 'democratica' intorno ad una tavola", sono alla base della collettiva Acquacotta sviluppandole all'interno del peculiare contesto, quello di C.F. Contemporary Fire, il progetto di residenza realizzato in un'abitazione "vissuta da un nucleo familiare che si apre e accoglie l'arte contemporanea".

In questo spazio il fil rouge è la convivialità, che ha caratterizzato tutte le fasi di realizzazione della mostra, da quella delle opere e la loro installazione a quella di "ideazione e creazione del momento del buffet durante l'opening" al quale ho potuto partecipare e conoscere così diverse prospettive sulla questione del cibo man mano che andavamo scoprendo le diverse opere poste nei diversi ambienti della quotidianità della casa

"Sculture dalle forme morbide e arrotondate, dispositivi di gioco e interazione interpretano la millenaria trasmissione delle fiabe" che con il cibo hanno implicazioni su vari livelli. "La collezione di objet trouvé di epoche passate diventa spunto per la realizzazione di rinnovate versioni degli stessi. [...] il residuo" si fa "scintilla di modellazione scultorea" e "l'indagine materica [...] si concentra sull'andamento e le proprietà delle masse colorate e pastose."

Le artiste Badino, Della Corna, Housset e Kokanović attraverso le loro opere ci raccontano "storie personali e collettive" riscoprendo e rielaborando le tradizioni passate di ricette, oggetti, utensili, giochi per metterle in relazione con il presente del contesto e la possibilità di immaginarne sempre un futuro nuovo; sottolineando il "potenziale evocativo, magico e riflessivo" di alcuni elementi d'uso quotidiano per porre in evidenza come l'arte conservi in sè "un'attitudine alla sperimentazione, al ludico tentativo di gestazione dell'originalità" proprie dell'arte culinaria.

Metriche urbane

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