Alessandra Ioalé | Independent Art Curator

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Lori Lako È da un po' che non sogno di volare A

Lori Lako
È da un po' che non sogno di volare

A cura di Ilaria Mariotti
Fino al 15 dicembre 2024
Centro espositivo Villa Pacchiani

Artista multidisciplinare, @lori_lako riflette sulla complessità dell'esistenza postmoderna investigando su come eventi storici ed esperienze individuali siano mediate e riconfigurate in ambito digitale. Su questo metodo di creazione, rispetto all'utilizzo delle immagini e all'attenzione verso questioni politiche e sociali, un suggestivo esempio è l'opera che apre la mostra, 'Is there any alternative?' (foto 1), che fa chiaro riferimento al pensiero critico di Mark Fisher e al suo 'Realismo capitalista' in contrasto con la filosofia thatcheriana del "there is no alternative" e con il pensiero neoliberista.

Lako costruisce nuove narrazioni fotografiche e videografiche a partire da un lavoro personale sugli archivi fotografici e sulla raccolta di testimonianze. Racconti, memorie tramandate, documenti visivi si intrecciano con un vissuto personale e famigliare. Ne è un bellissimo esempio l'opera 'Assuming we can reach the sky' del 2022 (foto 2), in cui un collage digitale costituito dalle foto e cartoline inviate all'artista dai famigliari trasferiti negli USA negli anni 90, che hanno forgiato l'immaginario della stessa intorno a questo paese fomentando il suo desiderio di andarvi, si confronta con il video girato con lo smartphone del primo effettivo viaggio compiuto dalla stessa negli USA molto tempo dopo. A questa si connette poi l'opera, che dà il titolo alla mostra e riflette sul desiderio del viaggio, attraverso cui allargare i propri confini, ma anche sul senso di incertezza e pericolo, che può comportare (foto 3 e 4). Infine l'opera 'Woven Echoes' (foto 5, 6 e7), realizzata appositamente per Santa Croce, nata dai dialoghi tra Lako e alcune donne albanesi che vivono nel territorio. Con manufatti come arazzi, ricami e lavori all'uncinetto realizzati in Albania, oggetti domestici di uso comune e oggetti di arredo con disegni e motivi decorativi tradizionali e innovativi, l'artista "costruisce un doppio archivio, visivo e sonoro, che riscrive la storia personale e le vicende più intime e le proietta in una sfera collettiva."

Fare Mondi Ian Cheng Ed. @timeo.zone 2024 La cor

Fare Mondi
Ian Cheng

Ed. @timeo.zone
2024

La core del libro è sempre una domanda, quella da cui parte l'artista, che diventa universale. "Come si fa a sopravvivere e a prosperare in questi tempi incerti?", "quando la realtà eccede la nostra immaginazione e subentra la paura?" E la nostra inadeguatezza rispetto a taluna realtà"? La risposta dell'artista è quella di creare mondi ovvero il Worlding.

Potenziare l'immaginazione per entrare in collaborazione produttiva con la Nuova Natura, una comunione che si chiama incantamento, uno stato di attrazione nei confronti di una complessità che ancora non comprendiamo del tutto, ma che grazie all'incantamento siamo pronti a guardarne il suo caos travolgente e re-immaginarlo; uno stato evoluto rispetto a quello di iniziale paura, ma "non ancora rovinoso e ingiusto come quello stato di controllo addomesticante", che l'uomo ha voluto in seguito esercitare sulla Natura Originaria.

@eyecheng spiega e illustra, anche con diversi esempi nel mondo dell'arte e della tecnologia, che cos'è l'arte oggi in risposta a quella primaria domanda, ovvero immaginare che "l'arte di creare giochi infiniti, [quindi di fare mondi], possa aprire la strada a una forma d'arte ancora più grande: l'arte di scegliere futuri migliori". "La ricompensa consiste nel fatto che gli inevitabili alti e bassi del lungo processo artistico acquistano uno scopo".

Consiglio fortissimo di approfondire la lettura di questo piccolo, grande libro, per comprendere sia come un'opera d'arte possa essere o diventare un 'Mondo' e sia il processo di creazione sperimentato dall'artista attraverso le sue 4 Maschere.

Mi arrampico... ma non sugli specchi 🏹🦂♐♏

Le maniglie dell'amore Chiara Ventura @chiaraventu

Le maniglie dell'amore
Chiara Ventura @chiaraventura_artist

A cura di @angel_moya_garcia
Fino al 13 aprile 2025
@dello_scompiglio

L'installazione dolorosamente suggestiva di 110 maniglie, che raccontano freddamente, come i materiali di cui sono fatte, le conseguenze dell'oggettificazione del corpo della donna a libera disposizione dell'uomo. Una per ogni femminicidio registrato in Italia nel corso dell'ultimo anno, insieme restituiscono forte la sensazione di un cimitero asettico di corpi silenziosi, ma carico di tensioni provocate dalla lettura delle storie di donne senza più voce.

Crediti 3° foto: Courtesy Associazione Culturale Dello Scompiglio. Ph Leonardo Morfini @liomorph

Bloodchild. Scenes from a Symbiosis Ivana Basic, O

Bloodchild. Scenes from a Symbiosis
Ivana Basic, Oliver Laric, Lynn Hershman-Leeson, Sahej Rahal
A cura di @d0m3nic040

Fino al 16 novembre 2024
@fondazione_spaziovitale Verona

In un dialogo di confronto, le opere di quattro artisti diversi - dalla scultura alla videoarte, dal video game all'AI programs - ci mostrano le possibilità formali che la relazione simbiotica uomo-tecnologia ha assunto "investigandone le criticità, approfondendo le ragioni del disagio contemporaneo, proponendo prospettive di cura e cercando di riportare equilibrio tra i due attori della relazione", in virtù del fatto che noi come specie ci siamo definiti proprio nel nostro rapporto con la tecnologia.

"L'homo technologicus che emerge da questa relazione e coevoluzione è un simbionte." Una metafora, che non nega lo squilibrio tra la parte organica e quella tecnologia, generando sofferenza, ma invita a "considerare quali siano i passi da fare per costruire una relazione funzionale e costruttiva."

Il titolo della mostra si riferisce, infatti, all'omonimo racconto della scrittrice Octavia L. Butler, in cui propone un modello di sviluppo del simbione umano-tecnologia, che oggi è possibile soltanto in un'ottica di ripensamento e riprogettazione di una relazione sul lungo termine.

@ivana_basic
@oliverlaric
@lynn.l.leeson
@sahejrahal

LORENZO VITTURI Borgo Roma. Paesaggio in transizio

LORENZO VITTURI
Borgo Roma. Paesaggio in transizione
A cura di Giangavino Pazzola
In collaborazione con Giulia Adami

Fino al 6 gennaio 2025
@e.art.h.foundation Verona

A partire da "una lunga fase esplorativa condotta direttamente sul campo dall’artista, con il supporto dell’antropologa Caterina Borelli" e "dall’osservazione del quartiere di Borgo Roma, area urbana in cui si trova l’iconica architettura della Stazione Frigorifera Specializzata “La Rotonda”, oggi sede dello spazio espositivo della fondazione, @lorenzovitturi ha generato una mappatura poetica di luoghi fisici e relazioni sociali che segnano la storia passata e presente dell’area."

Il progetto "include oltre trenta fotografie a colori di medio e grande formato e installazioni che descrivono non solo i materiali e le merci, che simboleggiano le molteplici fasi economiche e produttive dell’area, ma anche le testimonianze che ne tracciano gli stili di vita sociali e culturali" ragionando in generale "sulle trasformazioni urbane determinate dai movimenti migratori di merci e persone nelle città contemporanee"

"Per rendere più esaustivo il racconto della pratica artistica di Vitturi, la mostra include anche opere provenienti da precedenti lavori simili realizzati in altre capitali mondiali."

Metriche Urbane

Metriche Urbane

Metriche urbane

Metriche urbane

Cinema Futuro Simone Arcagni @nero_editions 202

Cinema Futuro
Simone Arcagni

@nero_editions
2021

@simonearcagni in questo libro analizza come l'applicazione di tutte le nuove tecnologie sul linguaggio e la pratica cinematografica ne stiano rimodulando la natura. Attraverso una approfondita disamina delle più avanzate forme di sperimentazione nell'ambito dell'audiovisivo, tra film scritti e diretti da intelligenze artificiali e derive immersive in cui svaniscono i concetti stessi di inquadratura e attore protagonista, Arcagni dimostra quanto il cinema non sia senza futuro, ma tutt'altro in quanto ancora oggi è una pratica i cui tratti vengono continuamente ridisegnati grazie alle tantissime sperimentazioni artistiche e ai tanti linguaggi con cui entra in contatto.

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